Lord of Embers - Il signore dei fuochi (Leggereditore) (Italian Edition) by C. N. Crawford

Lord of Embers - Il signore dei fuochi (Leggereditore) (Italian Edition) by C. N. Crawford

autore:C. N. Crawford [Crawford, C. N.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Leggereditore
pubblicato: 2024-03-21T23:00:00+00:00


18

Rowan

Accidenti.

Mi avvicinai e sollecitai il suo tocco.

Sapeva con esattezza come farmi accendere, con uno sguardo, con quell’espressione intensa, con un mormorio della sua voce, profonda e carezzevole. Mi fece scivolare attorno le mani e mi attirò a sé.

Ebbi l’improvviso impulso di stare al suo livello, salii sulla panca bassa e mi misi alla sua altezza. Mi fece un sorriso sornione, un ricciolo di capelli argentati gli cadde sugli occhi.

«Rovinarmi?» Cercai di fare l’indifferente, ma la voce suonò roca. Insistetti – cosa infantile –, ma quella foresta mi aveva reso irrazionale. «La tua arroganza è davvero mozzafiato. Avrei proprio dovuto ascoltarti la prima volta che mi hai detto che persona terribile sei.»

Lo sguardo ardente nei suoi occhi mi fece accelerare il polso non appena scivolò sul mio corpo. Ogni centimetro della pelle mi si accese di desiderio e bramò il suo tocco.

Dovevo mettervi fine. Certo che non poteva accadere niente fra noi. Dopotutto dovevo prendergli la corona. Era il mio rivale. E forse mi avrebbe davvero rovinata.

«Penso tu sia una persona terribile» gli dissi.

«È una cosa che abbiamo in comune» mormorò in risposta.

«Non meriti di essere re.» Allungai la mano al colletto del cappotto e glielo tirai giù sulle sue spalle con un violento strattone. Il capo cadde sul tappeto in pelle d’orso. «E non meriti questi abiti lussuosi.»

«Stai cercando di spogliarmi, tesoro? Vai avanti allora. Hai ragione. Non merito di essere re.» Una curva sensuale gli tirò gli angoli delle labbra. La bocca era a mezzo centimetro dalla mia ora, l’espressione ardente. «Eppure sarò comunque re e non puoi farci un cazzo al riguardo.»

Sotto il cappotto, indossava una camicia a bottoni, strappata in modo lieve dalla lama del coltello. Iniziai ad aprirli uno alla volta. «Non meriti la corona. Dovresti vivere ancora nello sporco della tua prigione.» Gli tolsi la camicia e fissai la perfezione. Il corpo dorato in pratica splendeva alla luce del fuoco. Il mio sguardo gli scivolò sulle braccia densamente innervate, sugli addominali divini.

«Ti odio» sussurrai. Non lo odiavo, ma volevo che fossimo pari, dato che lui mi aveva detto lo stesso diverse volte.

Quel posto aveva intensificato le mie emozioni oltre ogni ragione. L’irritazione diventò odio. E l’attrazione? Quella diventò un incontrollabile bisogno sessuale.

«Pensi che dovrei essere ancora in prigione?» La sua voce era un mormorio seducente, la bocca che aleggiava vicino alla mia. «Io penso che dovresti essere svestita, nuda, e supplicarmi di farti venire. Penso che mi farò chiamare tuo re, che tu lo voglia o no.»

«Assolutamente no.»

Per un attimo, pensai che mi avrebbe baciata. Invece, con un grugnito sommesso, mi afferrò il colletto del vestito sul davanti e lo strappò tirandomelo giù fino alla vita. Continuò a lacerarlo finché rimasi vestita solo con un paio di mutandine blu notte.

Ripresi fiato e i capezzoli mi si fecero duri come la roccia. Combattuta tra lussuria e rabbia, allungai la mano e gli accarezzai il lato del viso. «A mio parere, dovresti ancora stare in prigione.»

La sua espressione si incupì. «Davvero? Forse è giunto il momento di darti una lezione.



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